L’indagine sull’incidente che è costato la vita a Kobe Bryant e altre sette persone ha escluso che il pilota fosse sotto effetto di alcol o di sostante stupefacenti.
STATI UNITI – I risultati dell’autopsia sul cadavere del pilota dell’elicottero che trasportava Kobe Bryant e altri sette passeggeri hanno stabilito che Ara Zobayan non avesse assunto né alcol né droga.
L’incidente del 26 gennaio scorso
La mattina del 26 gennaio 2020, pochi minuti dopo le nove, Kobe Bryant, sua figlia di tredici anni Gianna e altre sette persone decollarono dall’aeroporto della Contea di Orange-John Wayne, in California, a bordo dell’elicottero Sikorsky S-76B marche N72EX di proprietà del giocatore. Il velivolo precipitò a Calabasas, sulle colline di Los Angeles, alle 9:47 circa, prendendo fuoco. Al momento l’indagine è ancora in corso: quel che è certo è che quella mattina le condizioni meteo (nebbia) fossero particolarmente complicate.
La causa legale contro il pilota
Appena un paio di giorni fa, il legale di Ara Zobayan, il pilota scomparso nell’incidente che ha ucciso Kobe Bryant, la figlia Gianna e altri sei passeggeri, ha dichiarato che tutte le persone che erano a bordo di quel volo sapevano che viaggiare in quelle condizioni era molto pericoloso: “Tutti conoscevano i rischi e tale negligenza è stata un fattore sostanziale nel causare l’incidente“.
Ara Zobayan è stato citato in giudizio da Vanessa Bryant, la vedova di Kobe e dai familiari delle altre persone decedute, in una delle udienze del processo per la morte dell’ex cestista Nba, della figlia Gianna e di altre sei persone.